Orto Sinergico

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giovedì 1 novembre 2012

AVERE UN PIANO B (parte II)

Cambio di Paradigma: in Transizione perchè?

Partiamo dal presupposto che non avere un Piano B è da folli tanto più in questo momento storico.

Dopo decenni di crescita economica e benessere diffuso tra la popolazione qualcosa si è rotto, l'economia non riparte, le ricette economiche di ieri e di oggi non funzionano più. Oltre a ciò l'ambiente è ormai distrutto con aria, acqua e terra inquinati, mentre l'effetto serra e l'innalzamento delle temperature sembra irreversibile.

I politici e i tecnici paiono sempre più degli scienziati alle prime armi che ci usano come cavie per i loro esperimenti. L'energia a buon mercato e la specializzazione del lavoro, grazie al denaro come mezzo di scambio, hanno permesso grandi passi in avanti alla Società, ma hanno anche reso ogni singolo Uomo e le Comunità Locali particolarmente dipendenti e vulnerabili ai mutamenti esterni. 

Oggi, un blocco negli approvvigionamenti petroliferi o la chiusura del sistema bancario provocherebberò una situazione di panico generale e la maggior parte delle persone non sarebbe in grado di soddisfare nemmeno i bisogni primari come mangiare o di spostamento per recarsi ad esempio al lavoro. 

Scenari fantascientifici o realtà? La benzina a quasi  2 euro al litro (con il crollo dei consumi interni) ed il continuo salvataggio del settore bancario mondiale sono indizi importanti sul futuro che ci attende.

Il trasporto delle merci su gomma, la delocalizzazione delle produzioni a migliaia di km di distanza, l'agricoltura intensiva monocolturale con l'uso massiccio della chimica e di enormi trattori, non fanno altro che renderci totalmente dipendenti dal petrolio.

Enormi interessi economici sono in gioco e chi conosce i fatti e dovrebbe intervenire per indirizzare le Comunità verso un sistema resiliente in grado di assorbire e mitigare il cambio di paradigma non fa nulla ed anzi molto spesso mette i bastoni fra le ruote a quelle iniziative che puntano ad una maggiore autonomia.

La Paura di perdere il tenore di vita fin qui raggiunto e l'incapacità di contribuire in prima persona ai cambiamenti ha reso le persone apatiche e/o rassegnate al domani disposte perfino a perdere i propri diritti costituzionali (voto, lavoro, welfare) pur di continuare a sperare che questo cambi in meglio la situazione.

Con la consapevolezza che da soli non ci si salva, la nascita delle Comunità in Transizione sono l'unico fenomeno nel Mondo occidentale industrializzato che stà cercando di dare concretamente delle risposte a tutti questi interrogativi.

Attraverso il Lavoro di Gruppo attivo dei Cittadini, la Permacultura in agricoltura caratterizzata dal basso consumo di energia e acqua, la diffusione delle Monete Locali che rinvigoriscono il commercio e l'artigianato del luogo,  i Gruppi di Acquisto, e tante altre iniziative si riscostruisce un Ambiente e una Comunità resiliente pronta ad affrontare senza paura i cambiamenti che verranno.








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