Orto Sinergico

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martedì 26 marzo 2013

I G.A.S. NON BASTANO PER SALVARE I PICCOLI PRODUTTORI !

I Gruppi di Acquisto Solidale sono nati in Italia nei primi anni novanta con la necessità più disparate tra cui quella di acquistare cibo biologico, di sostenere i produttori locali, le produzioni virtuose, il commercio equo e solidale. Con tanta fatica e tanto volontariato col tempo molti hanno chiuso, altri sono rimasti molto piccoli e chi è andato avanti ha dovuto consorziarsi con altri GAS, creare delle Piccole Distrubuzioni Organizzate oppure dei negozi in cooperativa con tutti i costi e le difficoltà del caso.

Dopo 20 anni, oggi abbiamo circa 2000 GAS  su tutto il territorio nazionale, che coinvolgono probabilmente 200.000 Famiglie, un movimento importante, ma comunque di nicchia. A parte alcuni casi di successo i GAS non hanno sfondato, i problemi di logistica, che inevitabilmente si acquiscono man in mano che il Gruppo cresce, fanno si che si creino della autolimitazioni e molto spesso sono gli stessi Gasisti che chiudono alle nuove adesioni. 

Chi gestisce a volte ha la puzza sotto il naso, vuole educare al consumo critico, accetta solo chi fa parte di un certo modo di pensare e di vivere, prendere o lasciare. 

Il grande pubblico è lasciato fuori, non viene aiutato a partecipare e a capire cosa significa fare una scelta differente, perchè rivolgersi direttamente a piccoli produttori piuttosto che alimentare le multinazionali con sede in qualche paradiso fiscale.

La gente è sempre più consapevole che la salubrità dei prodotti e questo modello di produzione industriale non possono coesistere, ma non ha la possibilità, l'opportunità di trovare sul mercato delle soluzioni semplici per cambiare il proprio stile di consumo. 

Lo straordinario potere del consumatore non ha la possibilità di esprimersi in tutta la sua forza, ma viene incanalato nelle confezioni spennellate di verde dei marchi conosciuti e dei prodotti marchiati dalla grande distribuzione, che hanno fiutato il business e ti fanno cartelloni pubblicitari sul consumo a km zero, su quanto consumi del tuo territorio, traendo in inganno il consumatore che si sente green e al passo coi tempi credendo di aver risposto alle richieste della propria coscienza.

Certo è che se la scelta è tra prendere l'auto in qualsiasi momento, anche la domenica, e andare al supermercato quando la dispensa e il frigo sono vuoti avendo a disposizione tutti i prodotti che servono ad una Famiglia media settimanalmente oppure ritrovarsi in un orario stabilito, magari in un garage privato, una o due volte al mese a ritirare in grandi quantità solo alcuni prodotti alimentari è chiaro che solo chi è particolarmente convinto resterà fedele al GAS (pur essendo obbligato per tanti prodotti a rivolgersi alla grande dsitribuzione).

Ecco che oggi, con la crisi di liquidità che soffre il sistema soprattutto delle piccole imprese, l'aumento dei costi energetici che non possono che essere riversati sui prezzi di vendita, ed il calo dei consumi anche di chi è virtuoso ma per necessità non può più permettersi la qualità, la struttura dei GAS nazionali evidenziano tutti i loro limiti  e l'impossibilità, visto l'esiguo numero di consumatori coinvolti, di dare certezze ai produttori.

Occorre quindi un cambiamento di passo, un maggiore coinvolgimento tra produttori e consumatori per creare spacci condivisi, portali web che raggiungano territori e persone sempre più ampi, consegne personalizzate a domicilio, dove non sia più la nicchia, ma il grande pubblico il protagonista, altrimenti molti produttori chiuderanno e i GAS faranno sempre più fatica a trovare prodotti di qualità e dovranno gioco forza ritornare da dove sono venuti, e dove il sistema delle grandi lobby li vuole portare, dove il cibo industriale spazzatura ed a basso costo la fanno da padrone.