Il Cibo Biologico a Km Zero
Ormai il Prodotto Biologico si è ritagliato e si stà ritagliando uno spazio sempre più grande nella borsa della spesa degli Italiani. Tra chi è sempre più favorevole rendendosi conto che la qualità del cibo di cui ci nutriamo è uno dei fattori più importanti della nostra vita e salute e chi, scettico, ritiene il bio solo un fattore di marketing per vendere prodotti non perfetti a prezzi superiori. Certo le truffe sono all'ordine del giorno visti i continui sequestri di cibo adulterato spacciato per bio e l'entrata della Grande Distribuzione, che ha fiutato il business, con le sue confezioni spennelate di verde non aiuta a fare chiarezza tra qualità e quantità.
L'altro termite tanto di moda e abusato chiamato "KM Zero", che starebbe ad indicare la provenienza vicina dei prodotti, non certifica in sè un prodotto di qualità, ma sarà certo un must nei prossimi anni visto il continuo aumento del costo del carburante.
La tracciabilità del prodotto non basta visto che le certificazioni si rivelano solo un costo per il produttore e tanta burocrazia con pochi controlli sul campo: la nuova frontiera è il costituirsi di un rapporto di conoscenza e vicinanza tra chi produce e chi consuma dove la qualità costante viene riconosciuta e l'eticità del produttore è certificata dal consumatore che vigila direttamente anche attraverso i Gruppi di Acquisto.
Il Tessile Sostenibile
Partendo dal fatto che le produzioni tessili nazionali, a causa della Globalizzazione, sono quasi completamente scomparse, in parte a causa della bassa competitività delle nostre fabbriche, in parte perchè nei cosiddetti Paesi Emergenti il costo del lavoro ed i controlli sulla qualità/salubrità dei prodotti e la salvaguardia della salute dei lavoratori sono molto bassi, oltre all'affermarsi dei centri commercaili che, puntando sulla quantità e sul basso prezzo per attirare il consumatore finale, vendono prevalentemente produzioni estere. Che questa sia la realtà basta leggere le etichette dei vestiti nei nostri armadi.
A questo mercato di massa, che vede il grande produttore nazionale tessile soccombere, si stanno sviluppando sempre più canali alternativi rappresentati da piccoli produttori locali, sparsi su tutta la penisola ma prevalentemente nel Nord Italia, che attraverso l'utilizzo di materiali di qualità sapientemente selezionati, a basso impatto ambientale, con l'utilizzo di coloranti vegetali, stanno proponendo un nuovo modo di produrre e consumare rispettoso dell'ambiente e delle risorse , come l'acqua, che in grandi quantità viene utilizzata, non solo nell'agricoltura intensiva ma anche nel tessile come ad esempio per produrre i jeans, capo di abbigliamento ormai universale che però è fonte di malattie anche mortali per gli operai addetti alla sabbiatura nelle "fabbriche" dei marchi più rinomati prodotti all'estero (per maggiori info http://www.abitipuliti.org/index.php?option=com_content&view=article&id=269&Itemid=38).
La Mobilità Sostenibile
Che il sistema di trasporto italiano basato prevalentemente su gomma non funzioni è ormai risaputo da anni, che la crisi dell'automobile a fronte di costi di carburante, manutenzione e tasse sempre più asfissianti sia ormai conclamata e irreversibile è un'altro fatto. Che molte delle opere pubbliche su strade, autostrade, rotonde, svincoli, tangenziali rischino a breve di diventare delle cattedrali nel deserto è molto probabile dato che la crisi Greca ci dà l'opportunità di capire il futuro della mobilità causata da basse risorse, Paese nel quale in questi ultimi anni vi è stato un vero e proprio collasso nell'utilizzo dell'automobile da parte dei privati e una crescita esponenziale nell'acquisto e utilizzo della bicicletta, evidentemente molto meno costosa.
Quindi per mobilità sostenibile si intende un utilizzo più intensivo di piedi e pedali con un sistema di trasporto pubblico complementare, con l'introduzione di bike sharing, car sharing, bicibus, piedibus, ciclabili vere, introduzione del limite dei 30 Km orari nei centri storici, segnaletica ad hoc, campagne di informazione.
Se questo è tornare al passato ben venga, se il così detto progresso significa migliaia di morti sulle strade ogni anno, inquinamento da polveri sottili dell'aria che respiriamo e malattie più o meno gravi dell'apparato respiratorio.
La qualità della vita di chi in passato ha abbracciato la Rivoluzione Bici è di molto migliorata e i Paesi Nordici, che hanno fatto questa scelta già 30 anni fa e che sono il simbolo e l'esempio che una diversa mobilità sia possibile, non ci sembra siano rimasti ai tempi delle caverne, ma anzi abbiano utilizzato le risorse a disposizione in attività più utili.
Rifiuti Zero
Il sistema consumistico attuale basato sull'usa e getta, sulla bassa qualità dei prodotti e sull'esigenza del consumatore di rinnovare i propri aggeggi tecnologici e altro per stare al passo con i tempi, la moda e così far crescere il PIL, stà creando dei grossi problemi nel campo dello smaltimento e stoccaggio dei rifiuti. Alla ricerca sempre di nuovi siti dove seppellire ciò che non serve più, le amministrazioni locali e nazionali, in generale, non stanno attuando un progetto organico di lungo termine, ma di volta in volta, in base alle problematiche che si presentano, intavolano dei veri e propri bracci di ferro con le popolazioni coinvolte nella costruzione di inceneritori che inquinano l'aria o siti di stoccaggio che a lungo andare inquinano le falde acquifere. Essendo la gestione dei rifiuti un business è difficile vedere dei cambiamenti in favore delle popolazioni (che dovrebbero anche capire però che ciò che buttano da qualche parte deve pur andare) e del territorio anche se in questi ultimi anni esperienze virtuose di Amministratori locali lungimiranti che puntano a trattare i rifiuti come una risorsa da sfruttare.
Tutela del Paesaggio
Il consumo di territorio negli ultimi anni in Italia è impressionante. Tra costruzioni civili, industriali, strade, centri commerciali e altro la terra disponibile per produrre cibo si è ridotta considerevolmente, se poi consideriamo che molte produzioni agricole sono al servizio di impianti di biogas e che si è dato il permesso di impiantare perfino i pannelli fotovoltaici sulla terra fertile, con tutto lo spazio rimasto inutilizzato sui tetti delle case, capiamo che la tutela del territorio sopravvissuto dovrà essere il centro delle politiche locali, d'ora in poi, fino a che troveranno il modo di far sopravvivere l'uomo senza cibo. Il tema dell'autosufficienza alimentare non è secondario e potrebbe essere fonte di conflitti tra Nazioni se la popolazione residente ad un certo punto si trovasse a dover rinunciare all'importazione di cibo dall'Estero.
Continua .....
Nessun commento:
Posta un commento